Yoga, Ayurveda e Trattamenti

Uno spazio ideale per praticare lo yoga a 360° ed essere te stesso al 100%, nel quale l’insegnamento e la pratica personale arrivano nel profondo del VERO YOGA, dove non esiste giudizio ma studio profondo nella pratica di asana, pranayama e meditazione: classi di yoga, conferenze ed eventi incentrati sul benessere psicofisico della persona.

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Massimiliano Cadenazzi

GLI OSTACOLI SULLA VIA DELLO YOGIN

GLI OSTACOLI SULLA VIA DELLO YOGIN

I primi due rami dell’Aṣṭāṅga Yoga, che sono descritti da Patañjali negli Yoga Sutra, sono fondamentali per riuscire a condurre una soddisfacente vita relazionale.

Anche se sono percorsi naturali che potrebbero essere attuati senza sforzo, è comunque utile ragionarci sopra per capire fino a che punto possono migliorare la vita quotidiana nell’aspetto delle relazioni e della socialità.

Resta il fatto che, nello Yoga Integrale, tutto deve fluire con morbidezza e tranquillità, senza paletti e senza forzature, poiché la vita, almeno quella naturale, non è mai rigida, ma possiede un suo flusso armonico di accettazione e continuità ritmica.

Tuttavia, per non rimanere bloccati lungo il cammino indicato dall’Aṣṭāṅga Yoga, è bene che lo Yogin  conosca gli ostacoli che può incontrare lungo il suo percorso, perché la conoscenza può prevenire una serie di errori. Tali errori sono dovuti all’azione disturbante della mente (in sanscrito CITTA) e prendono il nome di “citta vṛṭṭi” e di “citta vikṣepa”.

→ le CITTA VṚṬṬI

  1. PRAMĀṆA: è il valutare in base a un modello.

Ecco un esempio: un albero è per me un albero, poiché corrisponde al modello che mi è stato insegnato. Dato un modello, per il resto della mia vita, non mi farò domande in proposito. La conseguenza è che si perde lo stimolo alla ricerca e quindi alla conoscenza.

  1. VYPARYAYA: consiste nel fare delle ipotesi sbagliate sul modello dato, senza approfondire e studiare l’oggetto.
  2. VIKALPA: è l’immaginare di essere quello che non si è, non collegando in modo corretto l’aspetto verbale (quello che dico) all’aspetto reale (quello che sono).

Esempio: posso affermare di essere un grande Maestro Yoga, ma poi effettivamente sono solo un insegnate di Āsana.

  1. NIDRĀ: è semplicemente il sonno dove tutto vive senza nome e senza attaccamento, neppure alla propria esistenza.

Se questo accade, il corpo si sveglierà riposato, ma, se si innesta all’interno una variazione, il risveglio sarà agitato e il corpo e la mente saranno stanchi.

  1. SMṚTI: sono i ricordi passati che, tenendo l’individuo ancorato ad una cosa che non esiste più, offuscano il presente.

→ le CITTA VIKSEPA

Ssono gli ostacoli che ingenerano turbamento nel praticante Yoga. E, va ribadito ancora una volta che per Yoga Integrale non si intende solo l’abilità nell’assumere Āsana, ma un percorso di vita piena.

Le citta vikespa sono in tutto nove:

  1. VYĀDHĪ: sono le modificazioni e alterazioni dell‘equilibrio mentale e fisico
  2. STYANA: è l’affaticamento e la conseguente non voglia di studiare, di lavorare né di condurre una vita attiva
  3. SAṂŚAYA: è il vivere costantemente nell’indecisione
  4. PRAMADA: è l’assoluta indifferenza nel condurre una vita gioiosa e attiva
  5. ALASYA: è l’ottundimento, il rallentamento delle attività dell’organismo
  6. AVIRATI: sono gli obiettivi che soddisfano solo ed esclusivamente i sensi
  7. BHRANTI DARŚANA: è l’opinione inesatta e il giudizio errato portato senza consapevolezza
  8. ALABDHA BHUMIKATVA: è la mancanza di concentrazione che porta a non vedere chiaramente la realtà
  9. ANAVASHIATTVA: è l’assoluta non concentrazione dopo un ritiro pratico di Yoga (Āsana, Prāṇāyāma, Dhyāna e Satsang).

A questi nove ostacoli si deve aggiungere anche ŚVĀSA PĀRŚVA, ovvero quel respiro irregolare che a volte assumono i praticanti di Yoga, insegnanti compresi, quando si limitano a una pratica prettamente di YogĀsana, la quale, agendo esclusivamente sul primo KOŚAANNAMAYA KOŚA – provoca l’innalzamento dell’ego.